Circa 10 anni fa dopo un lungo percorso di ricerca e studio sui principi che regolano la complessità biologica scrissi una monografia dal titolo Network e regolazione – nuove basi biologiche per la terapia manuale. (gli associati possono richiedere la copia gratuita in PDF) La ricerca condotta per la stesura di questo lavoro rafforzò la mia convinzione sulle capacità della meccanica del movimento di favorire risposte regolatorie molto importanti per la salute umana: Emerse quello che da Osteopata avevo sempre osservato e intuito; la continuità funzionale delle strutture anatomiche da diversi punti di vista, fluidico, elettrico o e meccanico. In fisfiologia questi tre aspetti sono sempre stati suddivisi in tre grandi sistemi regolatori: quello vascolare, nervoso e muscolo-scheletrico, ma in realtà sappiamo oggi che sangue, nervi e muscoli si organizzano in un impasto morfologico ordinato, la cui forma, non causale, è il risultato dell’inscindibile bionomio struttura/funzione. Ma lo studio della forma solo da un punto di vista morfologico e biomeccanico focale presenta dei grossi limiti, sopratutto per una valutazione della struttura come entità globale e sistemica, Fu così che mi convinsi della necessità di una analisi strutturale più adeguata ad uno studio sistemico, utile per comprendere se e come la presenza di alterazioni somatiche strutturali e funzionali del movimento, possano alterare lo stato di salute di una persona. Passando attraverso lo sviluppo morfologico di tessuti ed organi, alla forma delle strutture ed ai loro criteri funzionali e le Teorie dell’embodiment e della biotensegrità sono approdato al modello della comunicazione morfologica, cioè la capacità delle tessuti di ottimizzare l’efficienza del movimento, modulandolo e regolandolo anche secondo una logica non-neurale e sistemica. La morfologia oggi non è più solo uno studio anatomico della forma delle strutture e delle sue implicazioni cliniche, al contrario viene studiata per gli aspetti organizzativi della sua continuità tessutale o network connettivale. Il network connettivale è un sistema di regolazione funzionale, anche del movimento, capace di rispondere a stimoli meccanici e attraverso questo tipo di comunicazione agire dinamicamente e globalmente sull’organismo. Questo ragionamento apre ad una visione geometrica del movimento che riguarda la morfologia dell’organismo a diversi livelli dalla cellula al corpo intero. Un movimento la cui traiettoria viene ordinata da dinamiche non lineari di un complesso sistemi di elementi che interagiscono tra loro meccanicamente. Questo tipo di sistema è quello decritto dalla teoria della biotensegrità, che pur fornendo un modello teorico utile a creare delle rappresentazioni mentali e modelli riduttivi dei fenomeni biologici, necessita sempre di strumenti di analisi che possano verificarne la validità. Fu così che dopo la lettura di un libro sulla network science, la nuova scienza che propone uno studio matematico delle reti complesse costituite da tanti elementi, come appunto i sistemi biologici decisi di costruire un Network Anatomico per poter studiare la complessità anatomica e strutturale della morfologia umana. Quotidianamente, per due anni, ho inserito le relazioni tra le parti anatomiche creando un enorme database di relazioni anatomiche. Il primo modello costruito rappresenta il sistema biomeccanico ed è costituito da circa 3000 parti anatomiche e 14000 relazioni. Per fortuna, l’interesse di alcuni allievi ha consentito un ulteriore incremento del lavoro di inserimento delle relazioni nel database, e fino ad oggi abbiamo costruito un network che comprende circa 40000 relazioni anatomiche. Le analisi condotte su questo modello biomeccanico ha rivelato la presenza di Hub (nodi centrali) e pathways (percorsi di distribuzione delle forze) che caratterizzano funzionalmente la struttura biomeccanica umana e di cui, grazie alla collaborazione con l’amico Ferdinando Paternostro dell’università di Firenze, siamo arrivati a pubblicare nel 2016 un primo estratto. Siamo all’inizio, ma stiamo crescendo anche nell’ambito clinico, soprattutto nella prevenzione degli infortuni in ambito sportivo. Stiamo analizzando le reti biomeccaniche di diverse tipologie di pazienti per osservare la presenza di pattern disfunzionali. La collaborazione con Osteopati, Medici e Fisioterapisti impegnati in diverse specialità sportive ci ha permesso di crescere nell’analisi del sistema biomeccanico di uno sportivo professionista. Oggi la collaborazione con Scuole e Università ci permette di fare ricerche ancor più ampie, anche in altri ambiti ove possibile applicare il paradigma della complessità e il modello del network. Mi auguro che questo sito possa ispirare anche voi colleghi, iscrivendovi all’associazione e partecipando alle nostre ricerche. Chiedete tutte le delucidazioni di cui necessitate e proponete le vostre idee. L’invito è rivolto non solo ad osteopati e fisioterapisti, ma anche medici preparatori atletici e di tutti coloro che si occupano di biomeccanica e movimento, ed infine tutte quelle altre figure specializzate nella cura della salute che vogliono conoscere meglio il paradigma della complessità e il network.
Nel ringraziarvi per l’attenzione vi esorto a navigare le pagine del sito per comprendere meglio ciò che viene proposto,
Daniele Della Posta
Presidente Associazione aNETomy